Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 novembre 2014 il decreto del Ministro dello sviluppo economico 24 settembre 2014, con il quale si è proceduto al riordino dell’intervento Smart & Start, ora destinato alle start-up innovative, come definite dal decreto-legge 179/2012, di tutto il territorio nazionale.
Le domande di agevolazione a valere sul nuovo intervento, che sostituisce quello di cui ai decreti ministeriali 6 marzo 2013 e 30 ottobre 2013, potranno essere presentate solo a partire dalla data indicata nella circolare ministeriale di prossima adozione.
L’agevolazione è estesa a tutto il territorio nazionale ed è dedicata alle “start-up innovative” (quelle iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese della Camera di Commercio). Verranno finanziati progetti di impresa che prevedano spese, tra investimenti e gestione, comprese tra 100 mila e 1,5 milioni di euro.
I progetti di impresa dovranno avere un forte contenuto tecnologico e innovativo e puntare allo sviluppo di prodotti, servizi e soluzioni nel campo dell’economia digitale o alla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata.Le nuove agevolazioni prevedono un finanziamento a “tasso zero” fino ad un massimo del 70% o del 80% del costo del progetto se la start up ha una compagine interamente costituita da giovani o donne o se tra i soci è presente un ricercatore che rientra dall’estero.
Inoltre, le start up localizzate nel Mezzogiorno e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano saranno chiamate a restituire solo l’80% del prestito ricevuto, godendo di fatto di una componente a fondo perduto del 20%. Chiedi informazioni
Al via il nuovo Smart&Start rivolto alle start-up innovative in tutta Italia.
È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 24 settembre 2014 che fissa le nuove regole per accedere agli incentivi. Molte le novità previste: dai soggetti beneficiari alla tipologia di finanziamento, dai requisiti richiesti all’estensione geografica.
Le agevolazioni, per le quali sono disponibili circa 200 milioni di euro, sono estese a tutte le regioni italiane (in precedenza riguardavano solo sei regioni del Mezzogiorno e le aree del cratere Aquilano) e destinate alle start-up innovative – iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese – costituite da non più di 4 anni o alle persone fisiche che vogliono avviare una start-up innovativa.
L’importo massimo finanziabile passa da 500 mila euro a 1,5 milioni di euro. Cambia anche la tipologia di agevolazione: sarà un finanziamento a tasso zero, da restituire in 10 anni, che potrà arrivare fino al 70% dell’investimento totale.
La percentuale massima di finanziamento potrà salire all’80% se la start-up è costituita esclusivamente da donne o da giovani, oppure se al suo interno c’è almeno un dottore di ricerca italiano che sta lavorando all’estero e sceglie di rientrare in Italia.
Inoltre, solo per le start-up con sede nel Mezzogiorno e nel Cratere sismico dell’Aquila, è previsto un contributo a fondo perduto del 20%. Le start-up costituite da non più di 12 mesi potranno beneficiare anche di un tutoring tecnico-gestionale, con servizi altamente specialistici.
Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, non è più possibile richiedere le agevolazioni del “vecchio” Smart&Start.
Le domande già pervenute proseguiranno il normale iter di valutazione da parte di Invitalia, l’agenzia governativa che gestisce l’intervento.
Le domande a valere sul nuovo intervento potranno essere presentate, esclusivamente on line, a partire dalla data che sarà indicata nella circolare ministeriale di prossima adozione.
La prima esperienza di Smart&Start è stata importante non solo per i risultati raggiunti, ma anche perché ha dato un contributo decisivo nell’impostazione della nuova versione dell’incentivo, confermando il rilievo che le nuove imprese innovative e in particolare le start-up innovative, come definite dalla normativa varata nel 2012, hanno nella politica industriale. In poco più di un anno sono state inviate 1.171 richieste di finanziamento, con 2.767 neoimprenditori coinvolti.
- Le domande sono state presentate per il 27% da donne e per il 51% da giovani.
- L’80% delle richieste ha riguardato imprese non ancora costituite.
- Le iniziative finanziate sono state 368, per un totale di investimenti attivati pari a 68 milioni di euro, di cui 32 in Campania, 15 in Sicilia, 13 in Puglia e 7 in Calabria.
- Invitalia ha finora concesso agevolazioni per 63,5 milioni di euro, a fronte di richieste superiori a 206 milioni.
Le nuove agevolazioni prevedono un finanziamento a “tasso zero” fino ad un massimo del 70% del costo del progetto.
Il finanziamento potrà arrivare all’80% se la start up ha una compagine interamente costituita da giovani o donne o se tra i soci è presente un ricercatore che rientra dall’estero.
Inoltre, le start up localizzate nel Mezzogiorno e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano saranno chiamate a restituire solo l’80% del prestito ricevuto, godendo di fatto di una componente a fondo perduto.
Tutti gli aspetti di dettaglio saranno disciplinati dalla Circolare Esplicativa che il Ministero emanerà successivamente alla pubblicazione del Decreto in Gazzetta: tra questi anche le modalità di accesso e la data effettiva di apertura dello sportello del “nuovo Smart&Start”.
BENEFICIARI
Possono beneficiare delle agevolazioni di cui al presente decreto le start-up innovative, costituite da non più di 48 mesi così come previsto dal Decreto-legge n. 179/2012:
- a) di piccola dimensione, ai sensi di quanto previsto all’allegato 1 del Regolamento di esenzione;
- b) con sede legale e operativa ubicata su tutto il territorio nazionale,
Possono altresì richiedere le agevolazioni di cui al presente decreto le persone fisiche che intendono costituire una start-up innovativa, ivi compresi i cittadini stranieri in possesso del visto start-up, purché l’impresa sia formalmente costituita entro e non
oltre il termine di cui al decreto.
Ai fini dell’accesso alle agevolazioni le imprese devono:
- a) essere regolarmente costituite e iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle imprese di cui all’articolo 25, comma 8, del decreto-legge n. 179/2012;
- b) essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali;
- c) non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
- d) aver restituito agevolazioni godute per le quali è stato disposto dal Ministero un ordine di recupero;
- e) non essere “in difficoltà”, secondo quanto previsto dall’articolo 2, sub 18, del Regolamento di esenzione.
Il possesso dei requisiti deve essere dimostrato alla data di presentazione della domanda di agevolazione, nel caso di imprese già costituite alla predetta data, ovvero entro 60 giorni dalla data della comunicazione inviata ai soggetti richiedenti dal Soggetto gestore di ammissione alle agevolazioni, nel caso dei soggetti richiedenti di cui al comma 2.
Nel caso di imprese non residenti sul territorio italiano l’iscrizione nell’apposita sezione speciale del Registro delle imprese e la disponibilità di almeno una sede sul territorio italiano devono essere dimostrate alla data di richiesta della prima erogazione dell’agevolazione.
Non sono ammissibili agli aiuti di cui al presente decreto le imprese controllate da soci controllanti imprese che abbiano cessato, nei 12 mesi precedenti la data di presentazione della richiesta, un’attività analoga a quella cui si riferisce la domanda di
agevolazione.
Non sono ammesse alle agevolazioni le imprese operanti nei settori
- a) della produzione primaria dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del TFUE;
- b) del settore carboniero relativamente agli aiuti per agevolare la chiusura di miniere
- di carbone non competitive, di cui alla decisione 2010/787/UE del Consiglio.
Le agevolazioni non possono essere altresì concesse per il sostegno ad attività connesse all’esportazione verso paesi terzi o Stati membri, ossia per programmi d’impresa direttamente collegati ai quantitativi esportati, alla costituzione e gestione di una rete di distribuzione o ad altre spese correnti connesse con l’attività d’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.
REQUISITI
- – società di capitali costituite da non più di 48 mesi;
- – valore della produzione < 5 milioni di euro;
- – costi riconducibili a R&S. (Art. 25 del DL n.179/2012)
UBICAZIONE DELLE IMPRESE
ATTIVITA’ AMMESSE
Produzione di beni ed erogazione di servizi, che:
– si caratterizzano per il forte contenuto tecnologico e innovativo,
– si qualificano come prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale;
e/o
– si basano sulla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca).
N.B. Sono escluse le attività di produzione primaria dei prodotti agricoli.
PROGRAMMI E SPESE AMMISSIBILI
Sono ammissibili alle agevolazioni i piani di impresa:
- a) caratterizzati da un significativo contenuto tecnologico e innovativo, e/o
- b) mirati allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale, e/o
- c) finalizzati alla valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata.
I piani di impresa possono avere ad oggetto la realizzazione dei programmi di investimento e/o il sostenimento dei costi di esercizio, per un importo complessivo di spese e/o costi ammissibili non superiore a euro 1.500.000,00 (unmilionecinquecentomila) e non inferiore a euro 100.000,00 (centomila).
Nell’ambito dei piani di impresa sono ammissibili i programmi di investimento aventi ad oggetto l’acquisizione di:
- a) impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ovvero tecnico-scientifici, nuovi di fabbrica, funzionali alla realizzazione del progetto;
- b) componenti hardware e software funzionali al progetto;
- c) brevetti e licenze;
- d) certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, purché direttamente correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;
- e) progettazione, sviluppo, personalizzazione, collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche funzionali al progetto di investimento, nonché relativi interventi correttivi e adeguativi.
I programmi di investimento devono:
a) essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazione.
b) essere realizzati entro 24 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento.
SPESE ESCLUSE
Non sono ammissibili alle agevolazioni
- le spese riferite a investimenti di mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature, l
- e spese effettuate, in tutto o in parte, mediante il cosiddetto “contratto chiavi in mano”,
- le spese relative a commesse interne,
- le spese sostenute attraverso il sistema della locazione finanziaria,
- le spese relative a macchinari, impianti e attrezzature usati,
- le spese di funzionamento,
- le spese notarili e
- quelle relative a imposte, tasse,
- scorte.
AGEVOLAZIONI FINANZIARIE
- Le agevolazioni finanziarie consistono in un mutuo senza interessi, il cui valore può arrivare fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000).
- Il valore del mutuo può arrivare all’80% delle spese ammissibili, se la start-up ha una compagine interamente costituita da giovani e/o donne o se tra i soci è presente un dottore di ricerca che rientra dall’estero (max €1.200.000).
- Le start-up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano restituiscono solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.
AGEVOLAZIONI REALI
Le start-up costituite da meno di 12 mesi beneficiano di servizi di tutoring tecnico-gestionale, ossia servizi specialistici erogati anche con modalità innovative, che possono includere scambi con realtà internazionali.
Il valore dei servizi di tutoring è pari a € 15.000 per le regioni del Mezzogiorno e a € 7.500 per il centro Nord