PERCHÉ ESPORTARE IN RUSSIA:
– Complementariata’ dei sistemi economici italiano e russo;
– Opportunità per le imprese italiane offerte dal processo di modernizzazione dell’economia;
– Favore con il quale il pubblico russo guarda al prodotto italiano;
– Programmi di sviluppo delle Regioni russe;
– Basso costo dell’energia e della manodopora;
COSA VENDERE:
– Macchinari e Apparecchiature;
– Mobili e complementi d’arredo;
– Prodotti alimentari;
– Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia);
– Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi;
PERCHE’ RIVOLGERSI A NOI?
– Abbiamo esperienza consolidata in materia export e internazionalizzazione in Russia;
– Siamo specializzati per il supporto alle Piccole e Medie imprese;
– Abbiamo una sede di rappresenza a Mosca, export manager di lingua madre russa e ufficio a Milano;
– Abbiamo molteplici contatti in Russia, anche istituzionali e possiamo introdurre la vostra impresa;
. Abbiamo la possibilità di ricercare per voi grossisti, distributori, rappresentanti.
– Possiamo supportarvi con tutte le figure professionali eventualmente necessarie per sviluppare le vostre esportazioni, con assistenza commerciale, marketing, legale, fiscale, doganale, autorizzativa, ecc.;
– Vi accompagnamo fin dall’inizio, anche se non avete mai esportato, con tutte le azioni necessarie fino alla conclusione concreta delle vendite.
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PERCHÉ ESPORTARE IN RUSSIA
COMPLEMENTARIATA’ DEI SISTEMI ECONOMICI ITALIANO E RUSSO
La Russia e’ il principale fornitore di prodotti energetici al mondo ma ha una base industriale e un settore primario ancora relativamente poco sviluppati;
- l’Italia, al contrario, non dispone di materie prime ma vanta un ampio e diversificato settore manifatturiero ed agro-alimentare.
- Si tratta di una complementarieta’ fra i due sistemi produttivi che rende i due Paesi naturali partner economici e commerciali.
- La complementarieta’ si riflette non solo nella bilancia commerciale ma anche nelle numerose joint ventures che favoriscono il trasferimento di tecnologia.
OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ITALIANE OFFERTE DAL PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE DELL’ECONOMIA
La modernizzazione del sistema economico e’ una priorita’ delle Autorita’ della Federazione.
- Cio’ riguarda non solo alcuni settori-chiave ad alto contenuto tecnologico, ma anche le infrastrutture, il cui adeguamento e’ indispensabile allo sviluppo del Paese.
- Esistono, dunque, opportunita’ di collaborazione per imprese italiane in numerosi settori.
- Infine, le misure di limitazioni al commercio di beni alimentari approvate dal Governo russo in risposta alle sanzioni europee possono rappresentare un incentivo per lo sviluppo del settore agroalimentare della Federazione.
FAVORE CON IL QUALE IL PUBBLICO RUSSO GUARDA AL PRODOTTO ITALIANO
Il pubblico russo guarda con estremo favore al prodotto italiano.
- Il “Made in Italy” e’ qui sinonimo di qualita’, non solo nelle tradizionali “tre A” (“abbigliamento, alimentare, arredamento”), ma anche nei beni strumentali e per l’industria (macchinari e meccanica) e nell’alta tecnologia.
- Piu’ in generale, esiste un capitale di simpatia da parte russa verso il nostro Paese, legato a questioni storiche e culturali, che puo’ rappresentare un oggettivo vantaggio in termini di cooperazione economica e commerciale.
PROGRAMMI DI SVILUPPO DELLE REGIONI RUSSE
Gli oltre 80 enti territoriali che compongono la Federazione competono fra di loro per attrarre investimenti dall’estero.
- Esistono una ventina di Zone Economiche Speciali (ZES) a livello federale, che assicurano incentivi fiscali, doganali e amministrativi alle imprese che vi investano.
- Analoghe zone sono state istituite a livello locale.
- Diverse imprese italiane hanno gia’ colto con successo le opportunita’ offerta dalle ZES.
BASSO COSTO DELL’ENERGIA E DELLA MANODOPORA
Grazie alle disponibilità domestiche, il costo dell?energia nella Federazione è significativamente inferiore rispetto a Paesi importatori di risorse come l’Italia, nonostante gli aumenti che il Governo ha imposto a partire dal 2016.
- Per quanto riguarda i costi di allaccio alla rete, che variano in diverse Regioni.
- Ai costi espliciti di allaccio alla rete vanno sommati quelli amministrativi, i tempi di attesa e la stabilità nella fornitura.
- La manodopera e’ generalmente qualificata e ha un costo non elevato.
COSA VENDERE IN RUSSIA
MACCHINARI E APPARECCHIATURE
La reazione alle sanzioni occidentali e il deterioramento del potere di acquisto del rublo hanno assestato un duro colpo all’interscambio italo-russo, più’ che dimezzatosi nel corso del 2016.
Se dal lato delle vendite la conseguenza e’ stata quindi negativa, per gli investimenti questa situazione può’ risultare invece particolarmente attrattiva.
- Come risultato, le merci per le quali la domanda rimane ancora alta sono rappresentate dai beni strumentali, fondamentali per l’attività’ delle aziende che stanno investendo nel Paese (dal Made in Italy al Made with Italy) e dai beni di nicchia.
In particolare, il mercato russo presenta interessanti opportunità in tutti i settori della meccanica, che richiedono interventi di rinnovamento e di aggiornamento tecnologico per dare seguito ai programmi federali di sviluppo dell’industria manifatturiera nazionale.
- All’interno del comparto si evidenziano buone prospettive, soprattutto a livello regionale, per le forniture di tecnologia alle industrie della trasformazione alimentare e della lavorazione del legno (arredi e complementi per l’edilizia);
- si conferma inoltre la vitalità dei settori metalmeccanico, petrolchimico e nella produzione di articoli e materiali in plastica e gomma.
- Si va consolidando infine la quota dei fornitori di gruppi industriali italiani con insediamenti produttivi propri in Russia.
Lo sviluppo degli investimenti nazionali ed esteri, inclusi quelli nelle Zone Economiche Speciali, lascia prevedere una dinamica sostenuta della domanda di attrezzature e macchinari anche nel prossimo futuro.
- Occorre ricordare a questo proposito che l’industria locale non appare in grado di competere con i fornitori esteri, inclusi quelli italiani, nella maggior parte delle specializzazioni della meccanica strumentale.
Anche i programmi di sviluppo di produzioni sostituive delle importazioni saranno per forza di cose concentrati soltanto su quelle più strettamente necessarie al complesso dell’industria pesante, nei settori dell’energia, dei mezzi di trasporto e delle forniture militari.
- La concorrenza più intensa che le nostre imprese dovranno affrontare sarà quindi da un lato quella tradizionale di Paesi ad alta tecnologia, con la Germania in primo piano, dall’altro quella proveniente da Paesi emergenti quali la Turchia, con la Cina attualmente in una fase di passaggio dal secondo al primo dei due gruppi.
Sempre nel comparto della meccanica si segnala la crescente richiesta di apparecchiarure elettroniche in particolare nel settore medicale e ospedaliero.
Si tratta di un comparto ancora poco rappresentato nell’insieme del nostro export, che presenta tuttavia ritmi di crescita molto elevati e prospettive di medio termine interessanti, sostenute dal rapido sviluppo dei servizi sanitari su base commerciale nelle principali città russe e dal percorso più lento, ma non meno importante, di ristrutturazione e di riqualificazione del sistema sanitario statale, attualmente in corso.
- Dal punto di vista delle modalità operative, come nel passato, le criticità più sentite dai fornitori italiani riguardano la costruzione di reti di assistenza tecnica efficienti e la gestione dei flussi di ricambi, accessori e componenti.
- Per le imprese del comparto dei beni strumentali, quindi, le direzioni di sviluppo della presenza devono guardare soprattutto a questi servizi per essere in grado di rispondere rapidamente alle esigenze degli utilizzatori.
Particolare attenzione va posta inoltre ai programmi di sviluppo tecnologico dell’industria locale e agli spazi che si creano nel passaggio dalla ricerca pura alla sua incorporazione in prodotti tecnologici efficienti, per il quale non sempre esistono in questo Paese reti e snodi funzionali e si richiede quindi spesso la collaborazione di partner esteri dotati di specifiche competenze in questo campo.
Si attende infine, dalla progressiva applicazione degli accordi di adesione della Russia alla WTO, una semplificazione degli oneri di certificazione delle attrezzature industriali, che hanno costutito in passato un elemento di difficoltà nell’accesso a questo mercato ancor più dei dazi e delle tariffe doganali, anch’esse del resto in via di abbattimento.
Al 2016, il settore rappresentava ancora la principale voce di importazione dall’Italia (35,7%), seppur in calo rispetto all’anno precedente (43,8%).
MOBILI E COMPLEMENTI D’ARREDO
L’andamento positivo del mercato dei mobili e dei complementi d’arredo in Russia si accompagna alla crescita dell’edilizia e all’incremento dei redditi reali di fasce via via più ampie della popolazione, favorito da un ricorso più in largo che in passato al credito al consumo.
- Si è così formato un “mercato di massa” che copre già oggi il 40% della popolazione.
- La domanda russa di mobili e altri articoli d’arredamento si rivolge prevalentemente all’estero;
- l’industria locale, pur in crescita, non riesce infatti a soddisfare per quantità e qualità le richieste del mercato, limitandosi in molti casi alla produzione di articoli finiti con utilizzo di semilavorati e componenti d’importazione.
In questo scenario, l’Italia si colloca al secondo posto tra i Paesi fornitori (tra Cina e Germania).
- Gli spazi di maggior interesse per il prodotto italiano rimangono concentrati nel segmento superiore di mercato, mentre la Cina rappresenta sempre un competitor importante nella fascia media e (sempre di piu’) medio-alta di prodotto.
Accanto a un incremento delle importazioni, si osserva un costante aumento del numero di architetti e interior designer attivi in Russia e una maggiore diffusione delle informazioni e delle tendenze, nazionali ed estere, che formano e influenzano un pubblico sempre più esigente.
- Negli ultimi anni, gran parte della crescita del mercato è da attribuirsi allo sviluppo dell’edilizia abitativa, ma si è anche verificata una forte crescita nel settore dell’arredo per categorie specializzate.
- Rientrano tra queste i mobili per negozi, centri commerciali, ristoranti e altri locali pubblici, che devono unire alle esigenze prettamente tecniche e funzionali la riconoscibilità del design, e i mobili per ufficio.
- Anche in questo settore, l’industria italiana ricopre un ruolo di primo piano, grazie alla creatività del design e alla capacità di proporre gamme di prodotto particolarmente ampie sia nello stile che nei materiali.
L’esportazione può avvenire attraverso il canale della formula “contract” (vantaggiosa e particolarmente diffusa per negozi e hotel), grazie a eventi incoming, fiere o con la vendita su Internet (che necessita comunque di un agente locale per le pratiche di importazione).
In questi anni, il sistema di distribuzione si è definito attraverso l’espansione di supermarket o catene specializzate, soprattutto nelle regioni di Mosca e San Pietroburgo, che convivono con i grandi magazzini “generalisti” e con la crescita del mercato online.
- Nel 2013 il dazio medio ad valorem ammontava al 17,2%, a cui si somma il dazio non ad valorem.
- Arredamento e edilizia rappresentavano a giugno 2016 il 4,1% delle importazioni dall’Italia.
PRODOTTI ALIMENTARI
l mercato russo dei prodotti enoagroalimentari è stato negli ultimi anni particolarmente dinamico.
La quota dell’Italia è attualmente inferiore alla nostra capacità di offerta:
- l’agroalimentare rappresenta infatti a meta’ 2016 circa il 9,4% delle nostre esportazioni in Russia.
- La produzione italiana, benché apprezzata dai consumatori russi appartenenti ai ceti urbani di livello medio/alto, risente delle difficoltà di accesso rappresentate dal sistema di certificazione e di registrazione dei prodotti e dal regime delle licenze.
- Oltre alle complesse procedure, le frequenti modifiche normative rendono particolarmente difficile per l’operatore estero, specialmente se privo di una forte struttura di commercializzazione, pianificare la propria attività in maniera affidabile e mantenere il controllo della commercializzazione del proprio marchio senza l’assistenza di un partner locale.
Cio’ si traduce in una posizione privilegiata per i grandi importatori/distributori locali, a maggior ragione quando essi si confrontano con un numero elevato di produttori di piccole-medie dimensioni e relativamente poco strutturati, quali quelli che operano nel comparto agroalimentare italiano.
- Un ruolo essenziale nella diffusione dell’immagine e dei prodotti del Made in Italy è quello della ristorazione italiana, sempre più diffusa in Russia, soprattutto nelle grandi città (Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg).
Oltre a Mosca, che costituisce il 40% del mercato alimentare russo, una crescente domanda si registra anche dalle altre grandi città della Russia (Nizhnij Novgorod, Samara, Kazan’, Rostov-sul-Don, Novosibirsk).
I principali canali di distribuzione dei prodotti alimentari sono le grandi catene al dettaglio che operano nei centri urbani, e i cosiddetti ‘produkty’, negozi di generi alimentari e di prima necessità, residuo distributivo dell’era sovietica ma privatizzati e diffusi in modo capillare su tutto il territorio.
- I prodotti italiani sono presenti quasi esclusivamente nel primo canale, ma si stanno diffondendo anche nel secondo.
- La grande distribuzione controlla approssimativamente più del 15% (nelle grandi città arriva al 50%) del mercato interno.
- Sono attive più di 110 reti commerciali in vari segmenti di prezzo del mercato.
L’Italia ha esportato in Russia per 292 milioni di Euro (+12,9%) collocandosi al 7° posto tra i Paesi fornitori con una quota del 2.8%.
Questo risultato acquisisce maggior valore a fronte della diminuzione delle importazioni russe di prodotti agroalimentari (-8,1%)
- Il vino, con gli altri alcolici, si conferma come il settore di punta, dove l’Italia occupa tra gli esportatori la 1° posizione (69 milioni di Euro, +8,9%).
- Per gli altri prodotti, in netto calo per le “contro-sanzioni” abbiamo pasta (-36,9%), latte e derivati (-99,1%), acque minerali e bevande analcoliche (-64,9%), mentre in forte ripresa si ha caffè (+34,3%) olio d’oliva (+38,5%) dove l’Italia si attesta quale 2° fornitore della Russia.
A seguito del Decreto Presidenziale n.560 del 6 agosto 2014, il Governo russo ha adottato un provvedimento che vieta per il periodo di un anno l’importazione di prodotti alimentari dai Paesi dell’Unione Europea, da Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia, in reazione al regime sanzionatorio da loro imposto contro la Russia.
- Sono inclusi nell’elenco carne di manzo, maiale, pollame, pesce, produzioni ortofrutticole, pollame, formaggi, latte e latticini.
- L’embargo non include alimenti per l’infanzia e i prodotti acquistati all’estero per l’utilizzo personale. Per l’elenco dettagliato dei beni soggetti a embargo si rimanda, insieme al relativo Decreto tradotto in inglese, alla sezione Approfondimenti.
- La “strozzatura” dal lato dell’offerta potrebbe provocare in tempi brevi un incremento dei prezzi dei prodotti alimentari, sia al consumo, sia intermedi.
- Al contempo, le limitazioni al commercio potrebbero rappresentare un incentivo per lo sviluppo del sistema produttivo della Federazione in ambito agroalimentare.
ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO (ANCHE IN PELLE E IN PELLICCIA)
Quello russo rimane il più importante mercato di sbocco per il settore abbigliamento del nostro Paese fuori dall’Unione Europea:
con 788 milioni di euro di esportazioni (dati delle Dogane russe), l’Italia si è posizionata nel 2015 al secondo posto (dopo la Cina, ma prima di Francia, Turchia e Germania) come fornitore di abbigliamento e accessori moda in Russia.
La quota di mercato attualmente occupata dal nostro Paese a giugno 2016 è del 8,1%.
Scorporando le voci di comparto, notiamo per il primo semestre 2016 trend positivi in ciascuna di esse:
- calzature (+11,6%), cosmetica (+4,8%), abbigliamento (+11,4%), gioielleria-bigiotteria (+50,4%) e pelletteria (+27,4%).
Il posizionamento dell’Italia sul mercato russo risulta comunque in tutti i settori tra il secondo e il quarto posto.
La distribuzione di cui godono i prodotti italiani in Russia e’ di ottimo livello:
negozi monomarca, corner e shop in shop nei centri commerciali sono per circa il 50% occupati da marchi italiani.
- Moda, calzature, pelletteria e accessori italiani sono in posizione leader a Mosca e San Pietroburgo.
- In crescita anche la presenza dei marchi italiani anche nelle città medio-grandi della provincia (Ekaterinburg, Novosibirsk Omsk), che mostrano crescente capacità di acquisto e sempre maggiore attenzione per i prodotti Made in Italy spesso conosciuti in occasione di esperienze turistiche in Italia.
In termini settoriali, a trarre i vantaggi più consistenti dell’accesso della Russia al WTO saranno i settori attualmente gravati dai dazi maggiori, tra cui proprio il comparto moda e accessori.
- Attualmente l’abbigliamento ha un dazio che varia da un minimo del 5% (limitato a collants e calze) ad un massimo del 19,2% (per reggiseni, cravatte e sciarpe), spesso combinato con dazio non ad valorem.
- Il dazio medio previsto al termine del programma di riduzione sarà del 14,5%, cui va aggiunta una componente fissa non ad valorem calcolata su ogni kg di prodotto.
La variazione per le calzature va da zero (limitato a quelle con suole esterne di gomma e plastica) al 10%, in maggioranza con dazio combinato non ad valorem.
La pelletteria ha un dazio che attualmente oscilla tra il 10 ed il 19%, con dazio medio previsto al termine del processo di riduzione del 10,5%.
Per la gioielleria ed orologeria il dazio minimo è pari a zero per alcune categorie di diamanti fino ad un massimo del 19,6%, con dazio medio previsto del 10% al termine del processo di riduzione.
Nel comparto occhialeria i dazi sono del 5%, mentre per la cosmetica variano dal 5 al 13,3%.
AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI
Secondo i dati delle Dogane Russe, nel 2015 l’Italia si è posizionata 16° posto tra gli esportatori in Russia di mezzi di trasporto, con vendite per 209 milioni di Euro (-37,1% rispetto al 2014) e una quota di mercato dell’1,4%.
I dati del giugno 2016 individuano nel comparto di navi e imbarcazioni la quota principale dell’export italiano in questo settore (34,5%), per un valore di 46 milioni di Euro, in crescita esponenziale rispetto all’anno precedente (512,5%).
- L’Italia rappresenta cosi’ ora il quinto Paese da cui la Russia importa navi e imbarcazioni.
In costante calo l’export di parti e accessori (-24,2%) e mezzi industriali (-16,4%), prodotti un tempo centrali dell’export italiano verso la Russia nel settore.
In crescita, invece, le esportazioni di autoveicoli (+82,9%), anche se la quota italiana rimane molto bassa (0,4%).
L’Italia si conferma inoltre il quinto esportatore per la Russia di veicoli a due ruote, seppur registrando un calo nelle vendite del 19,2%.
- In questo settore i dazi doganali oscillano tra il 5% ed il 25%.
Con l’ingresso della Federazione Russa nel WTO e la costituzione dell’Unione Doganale tra Bielorussia, Kazakhistan e Federazione Russa si assisterà ad una graduale riduzione, tendenzialmente entro il 2015, delle tariffe doganali applicate anche a questo settore.
- Da un valore medio del 9,2% (del 2013) il dazio medio previsto (nel 2015) scenderà al 7,6%.
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